domenica 15 novembre 2015

Meraviglia e metodo: dalle Wunderkammern alle raccolte scientifiche

All’inizio del Cinquecento si assiste ad un rinnovato e più profondo interesse per il mondo naturale  che si esprime nella creazione di nuovi strumenti conoscitivi e di mezzi di indagine che portarono alla revisione di testi classici. Il desiderio di classificare, catalogare e comprendere tutti gli aspetti della natura porta alla creazione di erbari, orti botanici e illustrazioni scientifiche.
In tale ottica, grande importanza assume la figura di Ulisse Aldrovrandi, medico e naturalista, cui si deve il più sistematico esperimento di raffigurazione e illustrazione delle forme vegetali e animali. Accanto a questa sorta di archivio della natura, egli aveva riunito una collezione botanica e zoologica di cui ci parla nel suoTrattato. Nelle intenzioni del proprietario, la raccolta doveva offrire un supporto didattico per la formazione professionale di medici e speziali, da qui la decisione di renderla fruibile al pubblico attraverso una clausola testamentaria.
Centri propulsori di questo interesse per la natura erano le farmacie, gli orti botanici, gli erbari, le spedizioni geografiche e naturalmente le collezioni. In queste raccolte enciclopediche, i reperti naturali convivevano in stretto legame con le meraviglie create dall’uomo, nel tentativo di riunire la totalità dell’esistente. Esse riguardavano soprattutto il collezionismo di corte, che si caratterizzava per la mancanza di specializzazione e quindi da uno strenuo eclettismo.
La tendenza a bilanciare naturalia e artificialia si ritrova anche nei suggerimenti di un gentiluomo torinese a Cristina di Francia per l’allestimento di una stanza delle curiosità sul modello di quella dell’Aldrovrandi.
Accanto alle raccolte di corte, agli studioli e alle gallerie, iniziano a comparire raccolte più specifiche e settoriali rivolte soprattutto alla zoologia, alla botanica e alla mineralogia. In questi musei privati non solo si raccoglievano oggetti rari e meravigliosi, ma si cominciavano a svolgere le prime embrionali ricerche e sperimentazioni. Nel museo di Teodoro Ghisi, ad esempio, accanto a materiali di diversa natura, si custodivano reperti paleontologici e fossili.
Il museo eclettico dello speziale Filippo Costa, noto da una descrizione di Giovan Battista Cavallara, era orientato verso il settore naturalistico-farmacologico.
La raccolta di Francesco Calzolari, nata all’origine dal desiderio di raccogliere piante officinali e campioni di minerali al fine di verificare le antiche ricette greche, si trasforma in un museo naturalistico...

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