lunedì 9 novembre 2015

Certosa di Padula (SA)

Della primitiva struttura restano solo pochi elementi, le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del ’500, dopo il Concilio di Trento: tra queste il chiostro della foresteria e la facciata principale, arricchite nel ’700 da sculture e decorazioni del Vaccaro, nonché la torre degli Armigeri. Secenteschi sono gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, opera del converso Francesco Cataldi. Sempre del ’700 sono gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti.
I Certosini lasciarono Padula nel 1807, perché privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. I locali esterni furono dati in uso a privati, così come parte del desertum, l’area agricola di isolamento che circondava la Certosa. Fu campo di concentramento nelle due guerre mondiali, come testimoniano le scritte nella corte esterna e le pitture sulle pareti al piano terra dello scalone...
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