domenica 1 novembre 2015

Jean-François Millet: quando la pittura incontra la fatica quotidiana



Jean-François Millet, noto pittore francese, discende da una famiglia di contadini benestante e dalla sua discendenza deriva la sua passione per i soggetti della vita dei campi e dei contadini che caratterizzeranno la sua arte. Nel 1837 si reca a Parigi dove studia pittura frequentando il Louvre. All’inizio la sua formazione lo vede rappresentare ritratti e temi mitologici. Ma il pittore iniziò ad avere notorietà in particolare per i quadri a soggetto agreste, che cominciò a dipingere dagli anni ’40, esaltando il lavoro dei contadini e trasferendone la fatica su un piano rituale e quasi religioso. Al Salon del 1848 presenterà “Le Vanneur”, colui che usa il setaccio. Per la prima volta un contadino è rappresentato come protagonista e rappresentante di una moralità particolare; egli diventa nuovo eroe della morale.
In “Le Spigolatrici”, tre donne chine nel lavoro sono rese in termini quasi scultorei, viste come nell’atto di un rituale lento e nobile. Sono figure possenti, protagoniste assolute nella loro semplicità ed umiltà. L’idea di guardare al sociale riguarderà anche poi l’Italia con i Divisionisti. Millet dipingeva per lo più la vita quotidiana dei contadini, in mezzo ai quali viveva; riuscì in questo modo, con la sua arte apparentemente semplice ed espressiva, a stringere rapporti con un pittore della scuola di Barbizion come Rousseau ed ad ottenere il rispetto della giovane generazione impressionista...

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