lunedì 9 novembre 2015

Che abbuffate col Pontormo: diario di un uomo sospeso tra misantropia e ipocondria

Una personalità inquieta, affetta da ipocondria e misantropia. Eppure malinconica e a tratti penosa. Vi proponiamo qui le pagine del suo diario, seguite da un commento di Stefano Paolo, giornalista del Corriere della Sera.

1554
adì 7 in domenica sera di genaio 1554 caddi e percossi la spalla e ‘1 braccio e stetti male e stetti a casa Br[onzin]o1 sei dì; poi me ne tornai a casa e stetti male insino a carnovale che fu adì 6 di febraio 1554.
adì 11 di marzo 1554 in domenica mattina desinai con Bronzino pollo e vitella e sentimi bene (vero è che venendo per me a casa io ero nel letto — era asai ben tardi e levandomi mi sentivo gonfiato e pieno — era asai bei dì), la sera cenai un poco di carne secha arosto che havevo sete e lunedì sera cenai uno cavolo e uno pesce d’uovo.
el martedì sera cenai una meza testa di cavretto e la minestra.
el mercoledì sera l’altra meza fritta e del zibibo uno buon dato e 5 q[uattrin]i di pane e caperi in insalata.
giovedì sera una minestra di buono castrone e insalata di barbe.
giovedì mattina mi venne uno capogirlo che mi durò tucto dì e dapoi sono stato tuctavia maldisposto e del capo debole.
venerdì sera insalata di barbe e dua huova in pesce d’uovo.
sabato D[igiuno]. domenica sera che fu la sera dell’ulivo cenai uno poco di castrone lesso e mangiai uno poco d’insalata, e dovetti mangiare da tre quatrini di pane.
lunedì sera dopo cena mi sentii molto gagliardo e ben disposto : mangiai una insalata di lattuga, una minestrina di buono castrone e 4 q[uattrin]i di pane.
martedì sera mangiai una insalata di lattuga e uno pesce d’uovo.
mercoledì sancto sera 2 q[uattrin]i di mandorle e uno pesce d’uovo e noce e feci quella figura che è sopra la zucha.
giovedì sera una insalata di lattuga e del caviale e uno huovo; venne la Djuchessa] a Sancto Lo[renzo], el duca vene anco.
venerdì sera uno pesce d’uovo, della fava e uno poco di caviale e 4 q[uattrin]i di pane.
sabato sera mangiai dua huova.
domenica che fu la mattina di Pascua e la Donna andai a desinare con Bron[zino] e la sera cenavi.
lunedì sera mangiai una insalata che era di borana e uno mezo limone e 2 huova in pesce d’uovo.
martedì sera ero tucto affocato e mangiai uno pane di ramc-rino e uno p[esc]e d’uovo e una insalata e de’ fichi sechi.
mercoledì D[igiuno].
giovedì sera uno pane di r[amerin]o, uno p[esc]e d’uno huovo e una insalata e 4 q[uattrin]i di pane in tucto.
venerdì sera insalata, minestra di pisegli e uno pesce d’uovo e 5 q[uattrin]i di pane.
sabato burro, insalata, zuchero e pesce d’uovo.
adì 1 d’aprile domenica desinai con Br[onzin]o e la sera non cenai.
lunedì sera cenai uno pane bollito col burro e uno pesce d’uovo e 2 on[ce] di torta.
martedì
mercoledì
giovedì
venerdì
sabato andai a la taverna: ‘nsalata e pesce d’uovi e cacio e sentimi bene. […]
adì 9 di g[i]ugno 1554 cominciò Marco Moro a murare el coro e turare in Sancto Lorenzo.
adì 18, la sera di sancto Luca, cominciai a dormire già col coltrone nuovo.
adì 19 d’ottobre mi sentivo male cioè inf redato e dipoi non potevo riavere lo spurgho, e con gran fatica durò parecchie sere uscire di quella cosa soda della gola, come alle volte io ho hauto di state; non so s’è stato per essere durato un buon dato bellissimi tempi e mangiato tuttavia bene. e adì detto cominciai a riguardarmi un poco e duròmi 3 dì 30 once di pane, cioè 10 once a pasto, cioè una volta el dì e con poco bere: e prima adì 16 di detto imbottai barili 6 di vino da Radda. […]
1555
genaio, marte[dì] che fu kalendi cenai con Bronz[in]o on[ce] 10 di pane.
mercole cenai on[ce] 14 di pane, arista, una insalata d’indivia e cacio e fichi sechi.
giovedì cenai onjce] 15 di pane;
venerdì on[ce] 14 di pane.
sabato non cenai.
domenica matina desinai e cenai con Bronz[in]o migl[i]aci e fegategli. el porco. […]
domenica desinai e cenai in casa Br[onzin]o, adì 13 di genaio 1555.
lunedì andai a San Miniato, cenai uno rochio di salsicia, on[ce] 10 di pane.
martedì uno lombo, indivia e una libra di pane, gelatina e fichi sechi e cacio.
adì 20 cenai in casa Daniello una gallina d’India, che v’era Attaviano che fu in domenica sera.
adì 27 genaio desinai e cenai in casa B[ronzin]o, e venevi dopo desinare l’Alesandra e stette insino a sera e poi se n’andò, e fu quella sera che B[ronzin]o e io venimo a casa a vedere el Petrarcha. cioè fianchi, stomachi ec. e pagai quello che s’era g[i]ucato.
adì 30 di genaio 1555 cominciap] q[u]elle rene di quella figura che piagne quello bambino.
adì 31 feci quel poco del panno che la cigne, che fu cattivo tempo e emi doluto quei 2 dì lo stomaco e le budella – la Ima a fatto la prima quarta.
adì 2 di febraio in sabato sera e venerdì mangiai uno cavolo e tucta due quelle sere cenai on[ce] 16 di pane, e per non bavere patito fredo a lavorare non m’è forse doluto el corpo e lo stomaco – el tempo è molle e piovoso.
adì 1 di febraio feci dal panno in giù e adì 5 la finii, e adì 16 feci quelle gambe di quello bambino che l’è sotto, che fu in sabato; el venerdì cominciò a essere bei tempo e così el sabato detto è freddo e prima era durato a piovere tuctavia senza punto di fredo; e adì 21 che fu berlingaccio cenai con Bronzino la lepre e veddi le bagattelle e la sera di carnovale vi cenai. […]
adì 4 di marzo feci quel torso che è sotto a quella testa detta e levami una hora manzi dì.
domenica fumo adì 10 detto: desinai con Br[onzin]o e la sera a hore 23 cenarne quello pesce grosso e parechi picholi fritti che spesi soldi 12, che v’era Attaviano; e la sera cominciò el tempo a guastarsi ch’era durato parecchi dì bello senza piovere.

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