giovedì 29 ottobre 2015

L’antica arte della Glittica: storie incise sulle pietre dure

L’arte glittica di incidere le pietre preziose artisticamente ha origini antichissime. Fu praticata infatti dagli Egiziani, dagli Assiri e dai Persiani con intagli di varie forme, generalmente rotondeggianti, cilindriche oppure ovali e con incisioni varie raffiguranti principalmente divinità. Gli Egiziani furono famosi per la diffusione di gioielli, amuleti, sigilli, raffiguranti scarabei, per esse simbolo del percorso eterno dell’astro solare e la rinascita dopo la morte. Lo scarabeo divenne la forma di sigillo per eccellenza: inciso sulla parte piatta o sul retro di un oggetto, serviva a marcare i documenti ufficiali ma molto spesso era usato anche come amuleto e veniva posto sulle mummie. Gli intagliatori greci hanno rappresentato ogni tipo di soggetto, ma si sono distinti in particolar modo nell’arte del ritratto, il cui carattere convenzionale non impediva loro di esprimere la verità psicologica del personaggio.
Anche i Fenici, i Greci, gli Etruschi ed i Romani amarono quest’arte di cui hanno lasciato innumerevoli esempi di grande valore artistico. Nel mondo romano, la glittica fu conosciuta grazie all’apporto degli Etruschi che ne avevano appreso l’importanza direttamente dai Greci. Ma fu soprattutto in seguito alla conquista dell’Oriente ellenizzato e agli enormi bottini di guerra giunti a Roma che il gusto per quest’arte si sviluppò anche presso i Romani. Cesare e Pompeo, noti come grandi collezionisti di gemme, contribuirono a espandere la moda della glittica. A Roma stessa, gli intagliatori erano dei Greci come Dioscoride che fu l’autore del sigillo imperiale, recante l’effigie di Augusto, originale poi utilizzato per i numerosi ritratti su gemme dell’imperatore...

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