martedì 22 dicembre 2015

Il blu che che cambiò la storia dell’arte

Fu scoperto, un po’ per caso e un po’ per errore, dal fabbricante di colori Johann Jacob Diesbach, nel laboratorio di un chimico a Berlino, nel 1704. Da allora, il blu di Prussia – il primo pigmento sintetico della storia – ha rivoluzionato la palette dei pittori, cambiato il corso dell’arte, aprendo nuove strade non soltanto cromatiche, ma anche compositive, sino ad arrivare all’Impressionismo, che probabilmente mai sarebbe esistito senza le innovazioni nella fabbricazione dei pigmenti avvenute nel secolo prima.
Fino ad allora il blu oltremare – la versione naturale più vicina alla tonalità “inventata” nei primi del Settecento – era il colore più prezioso e costoso che un pittore potesse adoperare, perché si otteneva dalla frantumazione del lapislazzuli, una pietra semipreziosa estratta nel Vicino Oriente; perciò era utilizzato solo nelle opere realizzate per i committenti più facoltosi...

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